Sentiamo parlare da qualche tempo di regole comportamentali per la gestione dei rifiuti abbinate alla lettera ‘R’ dell’alfabeto.
Si tratta di un gioco linguistico che vede casualmente associata l’iniziale R di sostantivi che definiscono cinque comportamenti virtuosi ecosostenibili: Riduzione – Riuso – Riciclo – Raccolta – Recupero.
La normativa italiana che regola la gestione del rifiuto è stata recentemente riorganizzata nel “testo unico dell’ambiente” decreto legislativo 152/2006 nel quale vengono chiarite le diverse fasi della raccolta e dello smaltimento.
Dal testo emergono delle indicazioni comportamentali che possono essere raccolte nei seguenti punti
Riduzione
Occorre operare scelte di prodotti che abbiano minor peso e imballi poco voluminosi, meglio evitare inoltre sprechi come le borse di plastica per la spesa oppure stampare inutilmente documenti che possono essere conservati in formato digitale.
Riuso
Valutiamo con maggiore attenzione gli oggetti che possono avere una seconda vita prima di eliminarli definitivamente
I barattoli di vetro alimentari possono servire come contenitori per il fai da te,
un foglio di carta può essere scritto anche sul retro e un vaso di plastica scolorito può essere verniciato
Riciclo
Ci sono molte tecnologie innovative che permettono di riciclare materiali per creare nuove materie prime seconde cioè materie la cui origine è frutto della trasformazione da raccolta differenziata
Le più diffuse sono carta, vetro e plastica che stanno affinando le tecniche al punto da opere essere riutilizzate anche nel mondo alimentare.
Raccolta
Dobbiamo imparare a selezionare e separare i materiali di cui ci stiamo liberando conferendoli correttamente negli appositi contenitori per la raccolta differenziata (generico, vetro, carta, umido). Si tratta di un azione che può essere migliorata quotidianamente lavorando sulla raccolta più selettiva dell’indifferenziata.
Recupero
Anche la raccolta indifferenziata eseguita correttamente e convogliata verso i termovalorizzatori ha un notevole valore relativo al suo potere calorifico che può essere trasformato in calore e quindi riscaldamento ed energia elettrica.
La componente plastica negli ultimi quarant’anni è aumentata sensibilmente rendendo molto profittevole la scelta di incenerire il rifiuto piuttosto che accumularlo nelle discariche.
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